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SOLENNE CHIUSURA DEL GIUBILEO. I MONACI VALLOMBROSANI E LA COMUNITA' DI BADIA A PASSIGNANO INSIEME NEL NOME DI SAN GIOVANNI GUALBERTO

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Descrizione breve
Il Sindaco David Baroncelli: “L'insigne monaco non era solo intento a contemplare la magnificenza della natura e dei boschi ma a coltivare la terra, ad avere cura del patrimonio ambientale del nostro territorio”
Data:

14 Ottobre 2024

Tempo di lettura:

2 minuti

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Descrizione

Badia a Passignano rievoca sul piano spirituale e culturale la figura di San Giovanni Gualberto, patrono delle Guardie Forestali Italiane. 
Numerose le cittadine e i cittadini che ieri nel tardo pomeriggio hanno preso parte alla celebrazione della Santa Messa in occasione della chiusura dell'anno giubilare per il novecento cinquantesimo anniversario della morte del santo, nonché fondatore dell'ordine vallombrosano e di Badia a Passignano. 
Un'importante occasione liturgica dedicata al monaco, originario di Poggio Petroio, il cui nome si lega indissolubilmente all'abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano dove morì il 12 luglio 1073. 
Il momento solenne è stato affidato alla Santa Messa concelebrata dai vescovi della Toscana, dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Vescovo di Siena, da Monsignor Gherardo Gambelli, Vescovo di Firenze, da Monsignor Stefano Manetti, Vescovo di Fiesole, dai monaci e dai sacerdoti dei territori limitrofi. Erano presenti anche l'Abate Generale Ordine dei Vallombrosani padre Giuseppe Casetta e il Superiore di Badia a Passignano don Jinsho Kuriakose.

Il nome di San Giovanni Gualberto è passato alla storia come fondatore della Congregazione vallombrosana, derivata dall'ordine benedettino, basata sulla regola di San Benedetto. A lui, nell’undicesimo secolo, si deve la costruzione dell’abbazia di Badia a Passignano, uno dei monasteri spiritualmente e culturalmente più vivi d’Italia, abitati da un gruppo di monaci testimoni della storia e della dimensione religiosa ereditata da San Giovanni Gualberto.

“E' stata una delle figure di maggior spicco della storia dell’alto Medioevo, – dichiara il Sindaco David Baroncelli - fondatore dell’ordine vallombrosano, promotore di riforme monastiche, opere di rinnovamento ecclesiale, l'insigne monaco non era solo intento a contemplare la magnificenza della natura e dei boschi del nostro territorio ma a coltivare la terra, a renderla produttiva, ad occuparsi della manutenzione attraverso la quotidianità del lavoro agroforestale”.

Al santo che si distinse per la cura e la tutela ambientale l’amministrazione comunale ha dedicato anche uno dei percorsi della rete sentieristica, realizzata in collaborazione con il Cai sezione Firenze, che racconta la storia del santo, tra miti e leggende. Lungo il percorso ad anello che collega Sambuca a Badia a Passignano. sono presenti tracce e testimonianze che rievocano la storia del santo. Il percorso prevede una tappa alla cappella nei pressi della località Mulino dell'Abate. Secondo la tradizione, quello della Cappella è il luogo che ospita il masso miracoloso che curava Giovanni Gualberto da “penosa ischiade”, come rivela la lapide collocata nell'atrio.

 

Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino

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Ultimo aggiornamento:

14/10/2024, 13:18