Descrizione
BARBERINO TAVARNELLE, 23 giugno 2022. Un’opera di rinnovamento profonda che rispetta il passato, anzi si affida alla storia, alla conoscenza dei simboli iconografici dei secoli scorsi per riaffermare il senso di unità che caratterizza il territorio di Barberino Tavarnelle, unito da sempre, dall’epoca medievale. In occasione dell’apertura del programma di eventi per i festeggiamenti del Patrono di San Pietro, in piazza Matteotti a Tavarnelle, è stato presentato in anteprima alla comunità il nuovo stemma del Comune unico di Barberino Tavarnelle, che si ispira all’iconografia ritrovata all’interno del Tabernacolo detto “dei giustiziati”, opera di Benozzo Gozzoli del quindicesimo secolo, visibile nel Palazzo vicariale di Certaldo. La rappresentazione simbolica si è basata su un percorso di studi ed un’accurata attività di ricerca storico-documentaria, realizzata dal gruppo scientifico costituito dagli storici Giulio Cretti, Elisa Paoli e Paolo Pirillo.
Lo stemma, un leone, azzurro su sfondo argento, è stato poi reso pittoricamente dall’artista Sergio Nardoni e stilizzato per la comunicazione istituzionale dal grafico Daniele Madio. “Gli step del progetto sono stati diversi – puntualizza il sindaco David Baroncelli - l’elaborazione della ricerca storica, la creazione di un bozzetto aderente alla normativa che ha ottenuto l’approvazione unanime del Consiglio Comunale di Barberino Tavarnelle e successivamente la concessione dello stemma da parte dell’Ufficio onorificenze e araldica del Dipartimento del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
La rinascita di Barberino Tavarnelle è un percorso culturale che passa anche attraverso lo studio dei blasoni, l'araldica che rivela le origini del territorio. Il progetto per la realizzazione del simbolo della nuova configurazione istituzionale è stato portato avanti con il pieno coinvolgimento del Consiglio Comunale di Barberino Tavarnelle. L’approvazione unanime ha sancito uno dei più rilevanti risultati in termini di partecipazione politica. Alla scopertura dello stemma, avvenuta in piazza Matteotti con l'installazione di tre pannelli descrittivi,, è intervenuto anche l'artista Sergio Nardoni.
“L’immagine dal leone rampante rappresentava le comunità aderenti alla Lega di San Donato in Poggio di cui abbiamo testimonianza ufficiale nel 1300 e nel 1400 – spiega lo storico Giulio Cretti che ha presentato la ricerca insieme al Sindaco - lo studio è stato orientato dall’esistenza di più di una testimonianza iconografica una delle quali presente nel tabernacolo di Benozzo Gozzoli. L’edicola sacra assunse un valore giurisdizionale con l’inserimento dei simboli che afferivano al vicariato certaldese, compresa la Lega di San Donato, riconoscibile da un leone rampante azzurro che tiene con una delle zampe anteriori un giglio aperto e rosso da cui sono stati mutuati due degli elementi principali dell’arme odierna: il leone e il giglio fiorentino” “La ricerca – aggiunge Giulio Cretti – ha previsto la consultazione di fonti disponibili sul territorio di testi, pubblicazioni e materiale d’archivio per l’individuazione di immagini, testi e documenti relativi agli stemmi comunali”.
La presentazione del nuovo stemma, inserito nel programma dei festeggiamenti del Patrono di San Pietro Apostolo, sarà messa a fuoco in occasione della giornata di studi Genius Loci in memoria di Bruno Rinaldi, in programma sabato 25 giugno alle ore 10.30 nella Sala Consiliare di Barberino Val d’Elsa. Interverranno il Sindaco David Baroncelli, alcuni rappresentanti del Gruppo Archeologico Achu e gli storici curatori della ricerca Paolo Pirillo, Elisa Paoli e Giulio Cretti. I festeggiamenti culmineranno poi mercoledì 29 giugno, giorno del Patrono, con la celebrazione della Santa Messa nella Chiesa di San Bartolomeo, a Barberino Val d’Elsa, e la partecipazione del Coro della Cappella Musicale di San Bartolomeo.
Seguiranno alle ore 20 una cena conviviale nei locali della Parrocchia (prenotazioni entro il 27 giugno cell. 349 518834, 339 8938380) e alle ore 21.30 il concerto della Corale “I servi della gioia” di Poggibonsi.